Ferie e turismo: per evitare la massa, serve lavorare sui territori per valorizzarli

I dati ci dicono che il 70% del turismo si muove sull’1% del territorio, creando problemi, overtourism, disagi e la necessità di contingentare gli ingressi, perchè non trasformare un problema in un’opportunità?

Ossia, perchè non sfruttare il restante 99% del territorio e spingere sul suo potenziale per attrarre turismo anche in quei luoghi meno conosciuti?

Ma come fare?

Possiamo parlare allora di costruire il brand di un territorio.

Perché per promuovere un territorio serve una strategia di brand. Come per tutte le strategie di promozione e marketing, l’identità di ciò che vogliamo raccontare è fondamentale e deve essere espressa in modo chiaro ed efficace, facilmente riconoscibile e coerente con l’oggetto della promozione.

Per questo, quindi, anche quando parliamo di promuovere un territorio o un ambito particolare, dobbiamo lavorare sul suo brand, ossia da quell’insieme di valori, simboli, sensazioni che ruotano attorno ad un prodotto o un servizio e che vivono nell’immaginario del nostro cliente target.

Quindi non stiamo parlando solo del ‘logo’ né della marca, ma ci stiamo rivolgendo a tutto ciò che viene evocato alla mente del nostro cliente quando incontra il nostro brand: è importante avere un brand forte e percepito positivamente sia all’esterno che all’interno.

Quali sono i punti fondamentali?
  • Conoscenza

Per raccontare bene un territorio devo conoscerlo bene. I suoi abitanti sono una risorsa in questo, sono i nostri brand ambassador;

  • Rete

Un territorio è fatto di tante realtà che devono essere messe a sistema per creare una Carta di Valorizzazione del territorio

  • Ambiente

Parchi, dimore storiche, percorsi ciclabili, chiese di campagna, lanche, bodri, musei o altri punti di interesse si possono trovare un po’ ovunque e vanno sempre valorizzati nella strategia di promozione. Mai sottovalutare il potenziale di un territorio

  • Servizi

Fondamentali per i turisti tanto quanto per chi ci vive: senza servizi di base un territorio, seppur bello e interessante, andrà spopolandosi e perderà di interesse. Servono servizi in grado di offrire una qualità di vita e di benessere interessanti.

Il 2024 è “anno delle radici italiane”: opportunità perfetta per far conoscere e valorizzare anche i luoghi meno conosciuti.

Non solo grandi mete, città d’arte e località rinomate: un trend che prende sempre più importanza è il cosiddetto ‘turismo delle radici’ o ‘turismo delle origini’. Come è facile intuire dal nome,

si tratta di una nuova tendenza che porta a viaggiare alla ricerca di quei luoghi dove sono nati e cresciuti genitori, nonni, e progenitori, alla ricerca delle proprie radici famigliari.

Borghi, frazioni, paesi che non rientrano negli itinerari turistici classici, ma che stanno riscontrando molto interesse. In queste località praticamente sconosciute emergono tratti di storia, cultura e tradizione che sono vere e proprie scoperte, una ricchezza sommessa che attende di essere riscoperta.

Tra chiesette, oratori, cascinali, ville e giardini che raccontano una storia non troppo lontana nel tempo oppure che nascondono un’origine molto antica e suggestiva.

Anche le persone del posto possono diventare una fonte di informazioni preziose per chi è alla ricerca della storia della propria famiglia.

Comuni ed Enti locali e di promozione e valorizzazione del territorio devono farsi trovare pronti da questa opportunità.

Certo, non tutti i territori possono diventare mete turistiche di forte richiamo, ma certo in quel 99% di territorio ancora da valorizzare c’è ampio margine per creare nuove attrazioni territoriali ed offrire mete turistiche di qualità.

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